“Il collezionista raccoglie l’oggetto che è bello e, conservandolo, non solo conserva i segni del tempo in cui è nato, ma conferisce durata, quindi storia, all’oggetto stesso: questo diventa storico in quanto è bello e in pari tempo diventa apprezzabile in quanto storico.”
Renato De Fusco
Macchine del vento
La collezione di ventilatori da tavolo della Vortice rappresenta una testimonianza importante della cultura materiale di un’epoca. Essa copre oltre cento anni di storia industriale: una storia nata in America alla fine dell’800 e perseguita con successo in Europa, e in Italia, una storia che arriva al presente con la nuova produzione Vortice.
Francesco Trabucco
Dalla prefazione del libro “Macchine del Vento"
La collezione raccoglie i primi ventilatori meccanici ed i primi modelli che hanno fatto uso della corrente elettrica: può, quindi, considerarsi esemplare della nascita e dell’evoluzione dei prodotti elettrodomestici.
Nota tecnica: per ogni ventilatore, ove possibile, la didascalia riporta: Anno Nazione, Produttore Modello, Materiali (il primo è quello della ventola), Diametro totale della ventola in mm, Altre note
Gli antenati del ventilatore moderno comparvero negli Stati Uniti intorno alla metà dell’Ottocento, quando ancora l’elettricità non era entrata nelle case degli americani. Nacquero così meccanismi che funzionavano a petrolio, ad alcol, a pedale, a molla, ad acqua. Nel 1882 Thomas Alva Edison realizzò la prima rete di distribuzione dell’energia elettrica, aprendo così la strada alla nascita del ventilatore elettrico, e di tutti gli altri elettrodomestici.
Tuttavia, la relativa lentezza con cui avvenne la diffusione dell’energia elettrica, fece si che ancora per alcuni anni continuarono ad essere presenti sul mercato ventilatori funzionanti ad alcol e a petrolio. I primi ventilatori della storia erano oggetti tecnici che, pur vantando continui miglioramenti dal punto di vista funzionale, erano privi di una qualunque cura estetica e formale: si trattava di macchine da inventori piuttosto che da designer.
Agli inizi del secolo scorso il ventilatore è un prodotto costoso e poco pratico, che pochi possono permettersi; tuttavia esso conquista subito un proprio mercato e diviene uno dei simboli del progresso tecnologico.
E’ sempre all’inizio del Novecento che l’aspetto formale del ventilatore assume una rilevanza propria. In particolare, la gabbia protettiva, con le sue volute in tondino d’ottone,, diviene fin da subito uno degli elementi estetici primari del prodotto. La tipologia di ventilatore da tavolo definita in questi anni è costituita da un pesante basamento, generalmente in ghisa di ferro, da pale metalliche e da una griglia protettiva. Questa tipologia diverrà ben presto l’archetipo con cui tutte le generazioni successive di ventilatori da tavolo dovranno confrontarsi.
Agli inizi del Novecento il ventilatore è considerato uno dei simboli del progresso tecnologico, un lusso che pochi possono permettersi. E’ un prodotto non solo costoso, ma anche pesante, rumoroso e poco pratico; tuttavia, trova subito un ampio mercato in uffici, locali pubblici, fattorie e abitazioni di gente agiata.
Alla fine degli anni ’20 la prima generazione di ventilatori inizia un lento declino: il mercato è oramai affollato da numerosi concorrenti (solo negli Stati Uniti si contano più di ottocento produttori).La crisi economica conseguente al crollo di Wall Street nel 1929 porta le aziende a competere sul prezzo e sull’estetica del prodotto.
Gli anni ’30 vedono dunque i designer di ventilatori impegnarsi in tutte le elaborazioni tecnico-formali possibili. Ne consegue un panorama produttivo che, dal punto di vista tipologico, si fa assai variegato. Per quanto riguarda il design, i due fenomeni più rilevanti che si succedono durante gli anni ’30 e ’40, sono lo stile Art Déco e lo stile Streamline.
Dopo la seconda guerra mondiale, la riconversione industriale determinò una violenta accelerazione della capacità produttiva e diede un nuovo impulso alla ricerca nel campo dei materiali e delle tecnologie di produzione. Gli anni ’50, grazie alle necessità della ricostruzione post-bellica, furono gli anni del boom economico e dell’espansione dei consumi.
Furono anche gli anni in cui si affermò, in tutti i settori dell’elettrodomestico, la produzione made in Italy.Il successo dei nostri elettrodomestici fu dovuto principalmente all’inventiva di mercato dei nostri imprenditori e alla buona qualità dei prodotti, ma anche al contributo proprio del disegno industriale. Nacque infatti in quegli anni il Bel Design italiano.
In anni recenti, la tendenza dell’industria europea di piccoli elettrodomestici è quella di delocalizzare la produzione in aree dove il costo della manodopera è molto inferiore rispetto all’Europa, quali l’est europeo o l’estremo oriente. Il risultato è che oggi molte aziende europee hanno cessato di produrre piccoli elettrodomestici, tra cui anche i ventilatori, e si limitano ad acquistarli altrove per poi marchiarli e rivenderli nel proprio mercato.
La produzione contemporanea di ventilatori da tavolo è perciò costituita in gran parte da prodotti anonimi dal punto di vista formale. In questo panorama, la produzione Vortice rappresenta una delle eccezioni.